sabato 1 giugno 2013

Facebookmania



"Viviamo in un mondo dove ci innamoriamo di persone con dei nickname, gente fasulla, quando invece il mondo reale si trova al di fuori".




Con questa citazione, vorrei parlare di un argomento che mi ha affascinato e, allo stesso tempo, intimorito. Dopo aver letto "Quello che resta" di Francesco Casali, il mio atteggiamento verso il web è completamente cambiato. Posso dire che, quando provo a scrivere uno stato in Facebook, mi blocco. Non so cosa temo, ma è come se volessi custodire per me la mia vita, fatta eccezione per ciò che ormai ho deciso di rendere pubblico: la mia attività di scrittrice e blogger. Non nascondo che questo nuovo atteggiamento di invisibilità mi spaventi, forse perché non comprendo cosa c'è dietro a questo blocco.

Tra le cause della facebookmania, nella maggior parte dei casi, vi è la solitudine e il bisogno di comunicazione. È un antidoto al senso di vuoto.

Il professor Contelmi dice: 
"Facebook è una colossale illusione: permette a tante persone di pensare di essere importanti, perché hanno decine e decine di amici virtuali, purtroppo si tratta spesso solo di un gran numero di sfigati."
Si cerca una realtà diversa.
I latin lover virtuali, dichiaratamente sempre a caccia di nuovi partner potenziali, ma anche ex piacenti e disponibili, spesso celano una relazione e rimpinzano il proprio profilo e gli album con foto sexy o interessanti, a volte ritoccate. In genere accumulano decine e decine di amici dell'altro sesso, con i quali fanno i misteriosi, ma alla fine si tratta di persone sole o profondamente infelici con il partner, che ricorrono a cumuli di banalità narcisistiche per rendersi interessanti. Cit. Contelmi.
Il tempo che la gente dedica a Facebook è parecchio, tempo perso che si potrebbe dedicare ad attività più salutari, se non necessarie. C'è una forma di risentimento se nessuno mette un "mi piace" o un commento in un post. 
"Oggi si spera in quanti più mi piace possibili per dare un senso alla propria vita".


L'idea che un social-network abbia un simile potere sulla vita delle persone, al punto di condizionare e invaderne totalmente la privacy, è alquanto terrificante. 
Siamo automi che al risveglio controllano se vi sono notifiche o messaggi di posta. Se nessun numeretto bianco si illumina di rosso ci sentiamo soli e abbandonati. Il che significa che si ricorre a uno stato o una foto per farsi notare e cliccare. Umiliante, visto da una mente lucida. Andiamo a lavoro o a scuola e corriamo il rischio di prendere una nota di demerito o di farci licenziare per non aver prestato attenzione alla nostra attività, a causa del social-network. Mangiamo con la home sotto gli occhi, quasi non più la televisione. Usciamo con gli amici, guidiamo, beviamo, e compiamo ogni attività con il nostro social-network. Ora c'è anche chi si filma durante i criss-cross in palestra. Oppure c'è l'amico fastidioso, con cui esci durante il pomeriggio, che, sebbene si trovi nei posti in cui cammina ogni giorno, ti chiede di scattargli una foto in varie pose sotto l'arco in granito di un portico. 

E parliamo delle relazioni e di chi può fingersi importante. La grande genialità sta nella piccola sezione dedicata agli aggiornamenti. Se il vostro partner mette mi piace in una foto o la commenta, voi potete saperlo in anteprima e "cazziarlo" come si deve, oppure lasciarlo. Naturalmente, per alcune persone, quello è un contatto più importante rispetto al classico gesto che un uomo ha di "guardare il sedere di una ragazza per strada, magari al vostro fianco". Ci scappa uno schiaffo, una parolaccia, un rimprovero e tutto si risolve in bene o in male. Ma un "mi piace" nella foto di una ragazza o un ragazzo, fa pensare a qualcosa di inaccessibile. Dietro un "mi piace" ci può essere una conversazione in posta privata, un tradimento virtuale che poi diventerà fisico. Chi può dirlo? Forse è proprio la possibilità di entrare in contatto diretto, privatamente, spaventa e rende la fiducia quasi assente in una coppia. 
C'è chi si conosce in Facebook e chi si lascia con un "rimuovi dagli amici". Naturalmente, tutti sapranno in anteprima il futuro o l'andamento di questa coppia, anche chi non vuole esserne partecipe. 
C'è da dire in favore che è un ottimo strumento per tenersi informati, ma anche pericoloso per l'alta facilità di distorsione delle vere notizie. 
La cosa terrificante è che tutti temono il controllo delle menti, mentre io, oltre a temerlo, penso che qualcuno abbia già trovato la strada per farlo. Il più grande social-network è il portale più utilizzato dalle aziende per promuovere la propria attività e i prodotti. Non bastava la slide destra, occupata dagli annunci, perché adesso ti piazzano le notizie sponsorizzate pure in bacheca, oppure usano il tuo nome per pubblicizzare pagine. E non conta il sesso, l'età, e gli interessi. A me è capitato di vedere "a tizia piace Durex", e questa "tizia" ha quattordici anni e forse gioca ancora con Barbie e Ken.

Non vi spaventa l'idea che chiunque possa accedere alle vostre informazioni personali e sfruttarle per promuovere un marchio o un prodotto? Non temete il potere di influenzare la vostra vita, che possiedono i grandi social-network?


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